Sono la mamma di una ragazza di 36 anni con problemi di paure, ansia, ossessioni. Il suo pensiero fisso è trovare un “bravo ragazzo” che la capisca. Con i ragazzi ha avuto esperienze negative, ha trovato sempre le persone sbagliate. Non ha consapevolezza del suo problema, non so come fare per fargli acquisire consapevolezza e farsi curare. A volte mi confida di avere pensieri fissi che gli consumano molte energie. E’ da diversi anni che combatte con questi problemi al punto che non riesce a mantenere il posto di lavoro. Penso si tratti di DOC. Cosa posso fare per convincerla a venire da lei a curarsi? Lo ringrazio anticipatamente per la possibilità che mi ha offerto di esporre il problema.
Saluti
A.
Buongiorno, la situazione di sua figlia è abbastanza comune, in quanto molto spesso i problemi psicologici vanno a ledere proprio quelle funzioni psicologiche che sono necessarie per avere piena consapevolezza del propblema e contemporaneamente attivano resistenze psicologiche contro i processi di cura. Tuttavia esistono manovre specifiche per aggirare la mancanza di una piena consapevolezza del problema e le resistenze psicologiche generate dal problema stesso. Per attivare tali manovre, laddove il paziente si rifiuta di andare dallo psicologo, è necessario che tutti i familiari disponibili si rechino insieme dallo psicologo e collaborino per qualche seduta seguendo le istruzioni loro fornite. In questo modo si cambia il contesto relazionale in cui il paziente si trova inserito e si induce un riposizionamento psicologico del paziente che può esitare nell’accettare il processo di cura o nel ridurre drasticamente il comportamento problemtico. Abbiamo una casistica molto ampia di tali situazioni nelle quali queste manovre relazionali ci hanno consentito di intervenire in casi apparentemente bloccati. Per maggiori informazioni su queste manovre veda la sezione terapie indirette nel mio sito (www.dottorleonardi.it)
Cordiali saluti.